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FRINGE BENEFIT, NEL 2024 ANCHE MUTUI, AFFITTI E UTENZE DOMESTICHE: COSA SI PUÒ RIMBORSARE, QUANTO E TEMPI DI EROGAZIONE



Il 2024 porta grandi novità in merito ai fringe benefit, i benefici accessori alla retribuzione monetaria che l’azienda riconosce ai propri lavoratori, come per esempio buoni pasto e rimborsi benzina.

A cambiare sono sia le soglie sia il ventaglio di beni e servizi interessati da questi aiuti: tra le nuove possibilità il rimborso anche di mutui, affitti e utenze domestiche.

Scopriamo insieme cosa si può rimborsare, quanto e i tempi di erogazione


Gli importi modificati

La prima novità riguarda gli importi. In un primo momento fissati intorno ai 200 euro, sono stati alzati grazie alla Manovra di fine anno scorso a quota 1.000 euro per tutti i dipendenti, mentre per chi ha figli a carico la soglia è scesa da 3.000 euro a 2.000 euro

Cosa dice la Manovra

Nell’art.1 comma 16 della Manovra si legge che “non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi lavoratori dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale, delle spese per l’affitto della prima casa ovvero per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa”.


A quali beni e servizi si possono applicare i fringe benefit?

Si è, dunque, ampliato il ventaglio di beni e servizi che possono godere dei fringe benefit e sono diversi quelli che interessano il mondo della casa. 

Come segnalato nel testo della Manovra, le utenze domestiche di acqua, energia e gas possono essere considerate come fringe benefit, così come le spese per il contratto di locazione per la prima casa e gli interessi sui mutui per la prima casa. 

In merito al contributo per i mutui, questo dovrà essere accreditato sul conto corrente del prestito nel giorno di addebito della rata, in modo che la cifra non rientri nelle disponibilità del dipendente.

Una misura sperimentale in attesa di chiarimenti

Si tratta, però, di misure sperimentali e al momento mancano ancora chiarimenti sulle voci specifiche che potranno rientrare nei fringe benefit e sulle modalità di gestione da parte delle aziende, che restano in attesa di indicazioni precise da parte dei ministeri competenti e dell’Agenzia delle Entrate. 

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