I supermercati e i centri commerciali sono senza finestre sin dalle origini. Vale la pena ripercorrere la storia per capire il senso di questa scelta.
Perché nei centri commerciali non ci sono mai finestre? Il motivo è tutt’altro che casuale, infatti è sia strategico che funzionale. Scopriamo le motivazioni e l’origine di questa scelta che perdura da molto tempo, ripercorrendo la storia di spazi che, da non-luoghi della contemporaneità, si sono evoluti in piazze e nuove agorà del commercio.
Da quando esistono i centri commerciali?
Per capire la profonda trasformazione dei centri commerciali dobbiamo tornare indietro nel tempo. Alcuni sostengono che il primo centro commerciale risalga al 1828 con l’Arcade Providence a Rhode Island. Altri indicano l’origine di questi spazi nel Market Square di Arthur Aldis, datato 1916, e inaugurato a Lake Forest, nello Stato americano dell’Illinois.
Tuttavia, la maggior parte degli analisti riconosce la paternità dei centri commerciali nell’architetto austriaco Victor Gruen, che negli anni ’50 del Novecento progettò spazi e mercati al chiuso che ricreavano l’atmosfera delle vie di Vienna, brulicanti di caffè e organizzati con marciapiedi chiusi al traffico.
Ma il primo vero centro commerciale moderno viene datato al 1956, quando nacque il Southdale Center a Minneapolis, Stati Uniti. Questo progetto ricreava al chiuso, le strade dello shopping, già all’epoca senza finestre. Dunque, è il primo centro commerciale senza finestre ad aver dettato stili e strategie. Perché? E come mai questa scelta convince ancora oggi? Scopriamolo.
Perché nei supermercati non ci sono le finestre?
L’assenza di finestre nei centri commerciali è un dettaglio che si può rilevare già dal primo centro commerciale moderno aperto nella storia, il Southdale Center a Minneapolis, nel 1956. All’epoca non è stata una scelta dettata da stili architettonici. I motivi sono essenzialmente due:
strategie di marketing;
necessità di risparmio.
Centri commerciali senza finestre: più spazio al minore costo
I grandi spazi adibiti a supermercati e centri commerciali evitano ancora oggi l’installazione di finestre per massimizzare lo spazio disponibile. Infatti, le pareti continue permettono l’inserimento di più scaffali, offrendo una maggiore esposizione di prodotti e un assortimento più ampio. L’introduzione di finestre ridurrebbe lo spazio, compromettendo l’efficienza delle vendite al dettaglio.
Oltre alla questione dello spazio, la disposizione delle entrate e delle uscite segue una strategia commerciale ben precisa. Per l’appunto, le due aperture principali (entrata e uscita) di solito sono collocate nello stesso settore, incanalando così i clienti a seguire un percorso guidato all’interno del negozio. Questa scelta li porta a percorrere più corridoi e a passare davanti a prodotti che potrebbero non essere nella loro lista della spesa.
Questa strategia di design e marketing è finalizzata a massimizzare le vendite e a influenzare il comportamento d’acquisto dei consumatori. Alla fine del percorso, è probabile che i clienti arrivino alla cassa con prodotti non previsti inizialmente, aumentando così le vendite complessive.
In definitiva, costruire edifici senza aperture esterne viene ritenuto meno costoso, e vincente in termini di vendite.
Il trucco delle luci nei centri commerciali
C’è un altro motivo legato alla funzionalità di questi centri commerciali allestiti senza finestre. Ancora oggi, infatti, viene sacrificata la luce naturale, con luci al neon super luminose, che creano un ambiente sempre illuminato e accogliente. Questo trucco è studiato per mantenere i visitatori più a lungo all’interno degli spazi di vendita e nei negozi per lo shopping. Che fuori sia giorno o notte, che piova o ci sia sole, l’interno dei centri commerciali ricrea una realtà distaccata dal mondo esterno, spingendo i clienti a rimanere più a lungo e a spendere di più. In questi luoghi non si deve percepire il passare del tempo, e questo senso di atemporalità e comfort dovrebbe convincere i visitatori e clienti a dedicare più tempo agli acquisti.
Yorumlar