In un contesto in cui la sostenibilità e l’efficienza energetica sono diventate priorità globali, la diagnosi energetica emerge come uno strumento essenziale per valutare e migliorare le prestazioni energetiche degli edifici.
In questo articolo scopriremo nel dettaglio cos’è la diagnosi energetica, come può farci risparmiare e quando è obbligatoria.
Cos’è la diagnosi energetica?
La diagnosi energetica è un’analisi dettagliata delle prestazioni energetiche di un edificio o di un impianto, finalizzata a identificare le aree in cui è possibile migliorare l’efficienza energetica.
Questa valutazione prende in esame una vasta gamma di elementi, tra cui:
l’involucro edilizio;
gli impianti di riscaldamento;
ventilazione e aria condizionata;
l’illuminazione;
gli apparecchi elettrici.
Il Decreto Legislativo 115/2008
Nello specifico, Il Decreto Legislativo 115/2008 definisce la diagnosi energetica come “una procedura sistematica” che punta a conseguire “un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di un’attività o impianto industriale o commerciale o di servizi pubblici o privati, a individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico”.
A cosa serve la diagnosi energetica?
La diagnosi energetica serve a fornire una panoramica completa sul consumo energetico di un edificio, identificando potenziali inefficienze e suggerendo soluzioni per migliorare le prestazioni energetiche.
I principali obiettivi includono:
riduzione dei consumi energetici: identificare le fonti di spreco energetico per migliorare l’efficienza complessiva dell’edificio o dell’impianto;
risparmio economico: implementare misure di efficienza energetica può tradursi in notevoli risparmi economici a lungo termine, riducendo le bollette energetiche;
impatto ambientale: ridurre l’impronta ecologica attraverso l’ottimizzazione dell’uso delle risorse energetiche e la diminuzione delle emissioni di gas serra.
In che modo la diagnosi energetica può farci risparmiare?
Come accennato in precedenza, la diagnosi energetica identifica le inefficienze e suggerisce miglioramenti specifici. Questi possono includere:
il miglioramento dell’isolamento: per ridurre la dispersione di calore durante l’inverno e il surriscaldamento in estate;
l’aggiornamento degli impianti con l’installazione di sistemi più performanti e che sfruttino e integrino anche fonti di energia rinnovabile.
In quali casi è obbligatoria la diagnosi energetica?
L’obbligo di diagnosi energetica è stabilito dal Decreto Legislativo 102/2014, che recepisce la Direttiva Europea 2012/27/UE relativa all’efficienza energetica. Nello specifico, devono obbligatoriamente effettuare una diagnosi energetica ogni quattro anni i seguenti soggetti:
le grandi imprese che contano più di 250 dipendenti o che hanno un fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro e un bilancio totale superiore a 43 milioni di euro;
alcune PMI che superano determinati parametri di consumo energetico, indicati dall’art. 2 del D.M. 5/4/2013;
alcuni edifici pubblici in determinate circostanze stabilite per legge;
gli edifici ad uso residenziale in caso di ristrutturazione o in alcuni casi quando si procede all’installazione di alcune tipologie di impianti termici, quali per esempio caldaie a condensazione o in caso di integrazione dell’impianto esistente con il sistema fotovoltaico.
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