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Cos’è il passaporto di ristrutturazione, a cosa serve e quando è obbligatorio?

Passaporto di ristrutturazione: vediamo di cosa si tratta, qual è il suo ruolo per l’efficienza energetica e quando diventerà obbligatorio.



Con il crescente impegno verso la sostenibilità, il passaporto di ristrutturazione rappresenta una novità fondamentale nel campo dell’edilizia e dell’efficienza energetica.

Ispirato dalla Direttiva Europea EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), questo documento è concepito per guidare gli interventi di miglioramento energetico sugli edifici, con l’obiettivo finale di azzerare le emissioni entro il 2050.


Che cos’è il passaporto di ristrutturazione?


Il passaporto di ristrutturazione è un documento digitale che delinea una serie di interventi, suddivisi per fasi, finalizzati a migliorare le prestazioni energetiche di un edificio. Questo documento, che va oltre la classica certificazione energetica, si presenta come una “tabella di marcia” personalizzata, pensata per pianificare nel tempo interventi che trasformino un immobile esistente in un edificio a emissioni zero.

Il passaporto non si limita a registrare i lavori eseguiti, ma pianifica le migliorie future, individuando i possibili risparmi energetici e i benefici economici che questi potranno comportare. In aggiunta, fornisce una visione olistica dell’impatto ambientale di ogni fase di ristrutturazione, con l’obiettivo di ridurre progressivamente le emissioni.


A cosa serve il passaporto di ristrutturazione?


Questo strumento è pensato per facilitare la pianificazione di ristrutturazioni profonde e sostenibili, sia per proprietari di edifici che per investitori e istituzioni. Tra le principali funzioni del passaporto di ristrutturazione, troviamo:

  1. Pianificazione e monitoraggio: il passaporto consente di suddividere la ristrutturazione in più fasi, ognuna mirata al miglioramento dell’efficienza energetica e alla riduzione dei consumi.

  2. Ottimizzazione degli interventi: permette di stabilire un ordine logico per gli interventi, evitando lavori non coordinati che potrebbero rivelarsi inutili o ridondanti.

  3. Trasparenza dei benefici: il documento esplicita i vantaggi in termini di risparmio energetico, riduzione delle emissioni e tagli sui costi delle bollette.

  4. Incentivi economici e finanziari: il passaporto di ristrutturazione informa su eventuali incentivi e finanziamenti disponibili, rendendo più accessibile l’efficientamento energetico.

  5. Registro digitale e accesso ai dati: una volta emesso, il passaporto può essere caricato in un database nazionale, permettendo a proprietari e amministrazioni di accedere alle informazioni in modo rapido e semplice.


Quando è obbligatorio?


Al momento, il passaporto di ristrutturazione è obbligatorio in alcuni casi specifici, mentre resta facoltativo in altri. La Direttiva EPBD prevede che gli Stati membri dell’Unione Europea introducano questo sistema entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della direttiva. Ogni Stato avrà, tuttavia, la facoltà di stabilire se e quando renderlo obbligatorio per tutte le ristrutturazioni, in linea con gli obiettivi di sostenibilità.

Alcuni Stati potrebbero iniziare a richiedere il passaporto per edifici pubblici o per grandi complessi immobiliari, per poi estenderne gradualmente l’obbligatorietà ad altre tipologie di edifici. Inoltre, a livello nazionale e locale, saranno probabilmente adottati degli incentivi per stimolare l’adozione di questo strumento anche in assenza di un obbligo specifico.


Come viene rilasciato e da chi?


Il passaporto di ristrutturazione deve essere redatto da un esperto certificato, che compie un’analisi approfondita dell’edificio e definisce la tabella di marcia per la ristrutturazione. Il processo prevede:

  1. Visita in loco: l’esperto effettua un sopralluogo per valutare lo stato dell’edificio e la sua attuale efficienza energetica.

  2. Redazione del documento: basandosi sui dati raccolti, viene elaborato il passaporto, con un piano di interventi personalizzato e suddiviso in fasi.

  3. Aggiornamenti e registrazione: dopo la creazione, il passaporto viene caricato nel registro nazionale digitale degli edifici, dove può essere aggiornato man mano che vengono realizzati nuovi interventi.


Caratteristiche e contenuto del passaporto di ristrutturazione


Il documento include:

  • dettagli degli interventi previsti: le fasi di ristrutturazione sono descritte nel dettaglio, con indicazioni sui materiali e le tecnologie consigliate;

  • stima dei costi e dei risparmi: ogni fase riporta una stima dei costi e dei risparmi potenziali a breve e lungo termine, con simulazioni di scenari ottimali;

  • impatto ambientale: include una valutazione delle emissioni di gas serra evitate grazie agli interventi previsti;

  • opzioni di finanziamento: il passaporto fornisce informazioni su incentivi e finanziamenti disponibili, per agevolare economicamente i proprietari;

  • schema grafico della “roadmap”: un grafico riepiloga il percorso della ristrutturazione, con i tempi previsti e l’impatto atteso.


Un futuro più sostenibile


La spinta verso edifici a emissioni zero è una delle priorità dell’UE, e il passaporto di ristrutturazione rappresenta uno strumento strategico per raggiungere questo obiettivo.

Con l’adozione di questo documento, sarà possibile ridurre sensibilmente l’impatto ambientale degli edifici esistenti e rendere più efficienti le future ristrutturazioni, contribuendo così alla transizione ecologica in modo concreto e pianificato.

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